L’iscrizione della confetteria-liquoreria-pasticceria Comino alla Camera di Commercio di Cuneo risale al 17 febbraio 1912, ma il locale era probabilmente preesistente. Il Sig. Francesco Comino infatti acquistò lo stabile, al prezzo di £ 3.150, dalla signora Maria Aimo, come attesta il documento in carta bollata da 2 lire firmato il 30 giugno 1910 davanti al notaio Paolo Manassero. Fanno riferimento a quei tempi varie fotografie dell’epoca rigorosamente in bianco e nero; inoltre sempre di quel periodo sono state ritrovate varie documentazioni relative a progetti di ampliamento del locale e altre carte burocratiche attestanti, nel 1922, il raddoppio della metratura e, con il cambio dei banconi, la trasformazione in bar.
Nel 1924 Francesco Comino ottenne il brevetto per il “Rakikò”: amaro squisito, tipicamente ed esclusivamente monregalese, prodotto nelle sue cantine fino a quando le leggi consentirono questo tipo di attività artigianale. Nota di particolare rilievo: di questo liquore, brevettato in tale anno ma riportante la data di prima preparazione antecedente al 1924, è possibile visionare il quadro originale che riporta la sua storia. Nel 1939 la gestione dell’attività passò a Sandro e Pietro Comino, che già coadiuvavano lo zio Francesco.
Resta indimenticabile, nella memoria di chi non è più giovane, il fascino di quella profumata bottega sulle cui “scansie” in noce luccicavano i grandi vasi di vetro colmi di pasticche colorate, di “Senateur”, “Sucài”, “Burgùn” e le testimonianze di ultra ottantenni che, facendo tappa di tanto in tanto nella pasticceria, fanno rivivere il loro ricordo delle giornate di festa quando, accompagnati dai genitori, potevano fare razzie di prelibatezze come i “Bùn Bùn”, i “Butùn d’l Preve”. Oggi alcuni di quei dolci non si trovano più, ma si possono gustare le caramelle artigianali riportanti il marchio del primo proprietario fatte ancora con la macchina originale dell’epoca che, di tanto in tanto, viene esposta in vetrina. E che gioia, quando si potevano affondare i denti in una di quelle squisite bignole alla crema o al cioccolato.
Ma non erano solo i golosi a frequentare la pasticceria. Da Comino convenivano anche gli amanti della montagna, che in estate si raggruppavano sul marciapiedi davanti al locale all’ombra di un grande tendone e discutevano di imprese e di iniziative alpinistiche. Non aveva una sua sede, allora, il C.A.I. monregalese e proprio la pasticceria Comino divenne la sua prima sede ufficiosa tanto da vedersi dedicare parte del Capitolo II del libro “Tanti Passi Lunghe Scie” (pag. 35-36 e 37) scritto da Piero Billò in occasione del centenario della sezione CAI monregalese. Anche l’insegna e l’arredamento, seppur con qualche rinfresco, non sono stati modificati e portano ben visibili i segni del tempo trascorso tanto da far rimanere a bocca aperta molti visitatori di passaggio.
I Comino cessarono l’attività nell’agosto del 1959 e la pasticceria passò in mano a Livio Griseri che la gestì fino al 1973, quando gli subentrò la Famiglia Grigolon. L’attuale proprietà è in capo alla figlia, Barbara Grigolon, divenuta titolare nel 2008. Nel biennio 1999-2000 la Regione Piemonte, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, avvia un censimento dei locali storici piemontesi volto a individuare gli esercizi commerciali aperti al pubblico con particolare valore storico, artistico, ambientale o che costituiscono testimonianza storico-culturale. L’intento era di promuoverne la salvaguardia e la valorizzazione, e nel corso del 2001 dopo varie ricerche e un’accurata documentazione il locale è stato inserito, a buon diritto, tra i beni degni di tutela e valorizzazione dei locali storici ai sensi della L.R. 34/95. Nel novembre 2011 il Bar Pasticceria “Grigolon” è ufficialmente entrato a far parte della prestigiosa Associazione “Locali Storici d’Italia” con una pagina dedicata nella Guida 2012 per poi rimanerci a tutt’oggi.
Un nuovo importante traguardo viene raggiunto nel marzo 2023 quando, per volontà della titolare Barbara Grigolon, il locale entra a far parte del circuito europeo dedicato esclusivamente ai bar storici; inserendosi, a pieno titolo, nell’ “Historic Cafès Route” si giunge così a tutelare ulteriormente un luogo il cui valore aggiunto, legato alla sua storicità, viene ampiamente riconosciuto anche a livello europeo.
Piero Billò.
Estratto dal libro “Tanti passi, lunghe scie: cent’anni di vita del C.A.I. di Mondovì
1881 – 1981








